TRAVELCHIPS IN MADAGASCAR: Diario di Viaggio – DAY 4, l’aeroporto chiuso!

Giornata che definirei delle assurdità. Sveglia alle 5, ma ormai ci stavamo abituando ai ritmi serrati, colazione veloce e via verso l’aeroporto di Diego Suarez, che come precedentemente detto in un’altra pagina di diario, è la più grande città del nord del Madagascar. Faccio questa premessa, perché MAI ci saremmo immaginati di trovarci davanti all’AEROPORTO CHIUSO!

Figuratevi la scena, tutti i passeggeri in fila davanti alle porte dell’aeroporto in attesa che il capo scalo (figura mitologica più volte citata da Carlo e mai palesatasi) si decidesse di aprire. Questo perché, come ci spiegava Carlo, questo aeroporto serve solo voli interni, e solo un paio di giorni a settimana.

Una volta aperto, un paio di ore prima del volo, ci imbattiamo nella seconda assurdità del giorno: gli unici controlli che vengono effettuati sono sul peso delle valige (perché se osi sgarrare anche solo di 10 grammi → sovrattassa astronomica, si sa i soldi non fanno schifo a nessuno ahah), ma al contenuto del bagaglio a mano, della borsa, delle tasche ecc, ZERO CONTROLLI. Per farmi capire meglio, la sala d’attesa è per strada fuori dall’aeroporto, e quando è il momento di salire, non devi far altro che entrare nell’aereo: non esistono metal detector o addetti alla sicurezza!

Quando poi mi sono trovata di fronte all’aereo, sono scoppiata a ridere: non avevo mai visto un aeroplanino così piccolo, con le eliche, con le ruote del carrello di atterraggio delle dimensioni degli pneumatici di uno scooter!

Ovviamente queste realtà se viste con i nostri occhi (abituati a tutti i comfort, agli Airbus a due piani ad esempio, alle comodità in generale) ci lasciano basiti, io per prima sono ancora stupita lo ammetto, ma per i malgasci è la quotidianità, e va bene così: è il popolo del mora mora (piano piano), come già detto le strade sono poche e malmesse, la rete ferroviaria è quasi inesistente (utilizzata solo per trasportare merci), i voli sono pochi ma comunque funzionali, grazie ad essi infatti abbiamo potuto raggiungere città che diversamente non avremmo mai potuto visitare!

Il volo scorre liscio, così arriviamo nella capitale Tana, anche conosciuta con il nome di Antananarivo, città più grande del Madagascar, e uno dei centri urbani più caotici che io abbia mai visto! Fuori dall’aeroporto ci aspettava l’autista Solofo, che con il suo mini van ci avrebbe accompagnati per tutto il tour del centro-sud dell’isola. Una volta usciti dal traffico infernale, abbiamo imboccato la SS7, con l’obiettivo di raggiungere prima di cena la città di Antsirabe (circa 170km).

Lungo la strada abbiamo incontrato diversi paesi come Iavolona dove si trova il palazzo presidenziale, Ambatofotsy dove coltivano e vendono le fragole più grandi e buone che io abbia mai mangiato, Behenzy famosa per la cucina a base di fegato. Proprio qui a Behenzy ci siamo fermati per pranzare presso il ristorante Coin De Foie Gras, locale molto frequentato sia dalla popolazione locale che dai turisti (io non ho avuto il coraggio di assaggiare il fegato perché sul cibo come dice mia mamma “ho troppe storie”, ma tutti mi hanno assicurato che fosse ottimo ahah). Finito il pranzo, ci siamo subito rimessi in marcia, incontrando come paese successivo Ambatolampy, il paese dell’alluminio: qui ci sono solo botteghe di artigiani che lavorano questo metallo, e io non mi sono fatta scappare la possibilità di fare il pieno di oggettini e soprammobili vari!

Verso le 18 siamo finalmente arrivati ad Antsirabe, nello specifico ci siamo fiondati all’Hotel des Thermes dove avremmo cenato e dormito per una notte.

Breve parentesi su questo hotel: visto da fuori devo ammettere trasmettesse eleganza e cura dei particolari, visto da dentro il primo impatto è stato però abbastanza spiazzante! Arredamento di 60 anni fa, locali bui, corridoi lunghissimi pieni di snodi e porte, vi giuro che mi sono sentita dentro all’hotel di Shining, brividi inclusi. Una volta ambientati però le cose sono andate meglio, anche se Alberto non lo ammetterà mai ahah!

Cena veloce e dritti a letto, l’avventura doveva continuare!

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