TRAVELCHIPS IN MADAGASCAR: Diario di Viaggio – DAY 5, shopping!

Giornata che definirei dello shopping alternativo (per la gioia di Alberto ahah).

Dopo una notte nell’hotel di Shinin…… ah no des Thermes, a colazione ci troviamo davanti ad una tavola pienissima di panini, cornetti, pastine e molto altro! Ok che siamo due buone forchette, ma era davvero un’esagerazione di cibo, e piuttosto che buttarlo via, Carlo ci dice che avremmo potuto incartarlo per portarlo ai tanti bambini poveri che abitano ad Antsirabe e dintorni.

Le facce di questi bimbi quando si sono visti offrire panini alla marmellata, pastine, caramelle vi giuro che non la dimenticherò mai. Da che c’erano due o tre ragazzini nella piazza vicina all’hotel, quando abbiamo dato loro il bottino, siamo stati circondati da tantissimi bambini di tutte le età che non vedevano l’ora di mettere qualcosa sotto i denti!

Carlo aveva poi in serbo per noi una sorpresa per la mattinata: dovete sapere che ad Antsirabe TUTTI si spostano in risciò trainati a braccio da ragazzi che per lavoro offrono questo servizio. Ebbene, ci siamo fatti un bel giro del viale principale della città, il Viale dell’Indipendenza, a bordo di questi risciò tutti rossi, e mentre ci godevamo la passeggiata abbiamo anche potuto ammirare i monumenti di cui Carlo e la popolazione malgascia vanno tanto fieri: il Monumento delle 18 Etnie (le etnie che compongono il Madagascar), il Monumento dell’Indipendenza, la stazione dei treni (ovviamente chiusa, come già detto nella pagina di diario precedente, stazioni e aeroporti sono quasi sempre chiusi).

Finito il giretto, via verso i laboratori artigianali. Antsirabe è una delle città economicamente più sviluppate e ricche del Madagascar, sede di alcune delle più importanti aziende malgasce, fra cui Tiko (alimentari), Star Brasseries (bevande), Cotona (tessile) e Kobama (cereali).

Il primo laboratorio che abbiamo visitato è quello delle pietre preziose: zaffiri, rubini, smeraldi, ametiste, fossili di milioni di anni, semplicemente DI TUTTO! Un po’ di shopping non poteva mancare ahah.

Successivamente ci siamo diretti verso il laboratorio del corno di Zebù (bovino diffusissimo in queste zone). Dopo una dimostrazione di come questo materiale venga lavorato, nello spaccio abbiamo potuto ammirare tutti gli oggetti in corno: anelli, posate, piatti, orecchini, soprammobili… tutto ad un costo di acquisto davvero irrisorio (5-10 mila aryary, ovvero 2-3 euro). Non vi dico neanche quanti oggettini ho comprato, vi lascio immaginare ahah.

Terzo ed ultimo laboratorio (per ora), quello delle miniature ricavate da materiali di scarto e del ricamo dei tessuti.

Finita questa parte misto didattica/shopping compulsivo, ci rimettiamo in marcia, dovevamo macinare quasi 300 km entro ora di cena.

Attraversiamo diverse località, ma dopo aver passato Manandona, ecco il primo (potenziale) ostacolo della giornata. Non so se vi ricordate, ma nella prima pagina di diario (se ve la siete persa cliccate QUI), avevo scritto che in Madagascar per raggiungere un qualsiasi luogo c’è sempre e solo una strada, e se quella strada per qualche motivo diventa impercorribile, quel luogo diventa irraggiungibile. Ecco appunto, il ponte che dovevamo attraversare era CROLLATO qualche giorno prima (non voglio neanche sapere come e perché è crollato ahah), ma grazie al cielo la popolazione locale si era velocissimamente adoperata per costruire un ponte provvisorio, che ci ha così permesso di continuare il nostro tour!

Arriviamo così ad Ambositra, dove mangiamo al ristorante Artisan subito dopo aver visitato un laboratorio di lavorazione del legno.

Qui ad Ambositra si trova l’etnia dei Betsileo: questo popolo ha delle usanze davvero particolari, infatti sono dei grandissimi bevitori di rum e per questo motivo tutti gli uomini girano per strada con un bastone per sorreggersi e una coperta in spalla per coprirsi nel caso non riescano neanche a raggiungere casa da tanto alcol che hanno in circolo. Ma la cosa ancora più assurda, è che nonostante queste abitudini tutt’altro che sane, sono considerati l’etnia più intelligente e laboriosa del Madagascar! Un vero e proprio esempio di come l’abito non faccia il monaco.

Il nostro percorso per la giornata termina a Ranomafana, nel cuore della foresta pluviale! E’ davvero indescrivibile l’emozione che ho provato arrivando in un luogo così selvaggio, rigoglioso, semplicemente magico! Il nostro hotel per la notte era il Caribotel, formato da una serie di bungalow immersi nella foresta, con un’enorme vetrata per ammirare il panorama stando comodamente distesi a letto.

Penso che quello sia stato uno dei momenti più magici dell’intero tour! Cena veloce al ristorante Le Grenat e subito a letto, il giorno dopo all’alba ci aspettava l’escursione nella fitta foresta pluviale di Ranomafana!

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