TRAVELCHIPS IN MESSICO: Diario di Viaggio – Day 1, l’odissea per raggiungere Tulum!

Sapevamo che per questa giornata ci avrebbe aspettato una sfaticata mostruosa… ma con un premio finale stupendo! Dovete sapere che quando si è trattato di organizzare il viaggio, per mantenere i costi bassi Bergo ha trovato una soluzione per il volo non velocissima, ma molto conveniente (abbiamo pagato pochissimo!): partenza da Milano Malpensa, primo scalo a Madrid, secondo scalo a Città del Messico, destinazione finale Cancun (per poi prendere un taxi per Tulum). Insomma, qualcosa come 13 mila chilometri (in linea d’aria), più di 16 ore di viaggio (senza contare le attese tra gli scali)… non uno scherzo! Ma ragazzi, che sogno di viaggio che è stato, forse il più bello di tutti!

Partiamo dal principio, primo volo per Madrid. Prima di salire a bordo abbiamo lasciato i bagagli da imbarcare in stiva al banco, dove ci hanno detto che li avremmo trovati al nostro arrivo a Cancun… li su due piedi ho davvero pregato che fosse così, perché tre voli (con due compagnie aeree diverse) e tutte quelle ore di mezzo, potevano essere un vero rischio per le nostre valigie! Saliamo a bordo dell’aereo Iberia per Madrid, volo breve e tranquillo. Nella città spagnola sapevamo di avere uno scalo lungo (circa 7-8 ore) quindi ne abbiamo approfittato per visitarla insieme… ovviamente concedendoci una mega paella per pranzo! Dall’aeroporto al centro abbiamo preso la metro, che con pochi euro e in breve tempo ci ha portati fino a Puerta del Sol. Da qui abbiamo dapprima girato un po’ per le vie principali della città, per poi andare ad abbuffarci di paella da “La Taurina”, un ristorante tipico davvero molto bello, dove si mangia benissimo! Finito il nostro pranzo, accompagnato ovviamente da due bicchieri di sangria, abbiamo ripreso a visitare la città, tenendo sempre d’occhio l’orologio, perché alle 23 dovevamo prendere il secondo aereo, stavolta per Città del Messico! Andiamo quindi in giro a zonzo, fino ad arrivare davanti al Palazzo Reale. Questo breve giretto di questa bellissima città ci ha fatto promettere l’un l’altra che saremmo tornati, stavolta per visitarla con più calma (cosa che poi è successa, un mesetto fa).

Si stava facendo sera, così abbiamo preferito tornare in aeroporto per non rischiare di dover correre o peggio, di perdere l’aereo! Va precisata una cosa, tutto questo spostarsi è stato possibile solo perché non avevamo bagagli con noi, ma solo uno zainetto… con i trolley sarebbe stato impossibile! Arrivati in aeroporto a Madrid, dato che avevamo già tutti i biglietti, ci dirigiamo direttamente al gate da cui sarebbe dopo poco partito l’aereo per il Messico. Una volta imbarcati, PANICO! Ricordate che Bergo è alto due metri? Benissimo, per evitare di dover affrontare un viaggio di 12 ore accartocciato, in fase di prenotazione aveva selezionato i posti più larghi… peccato che per un qualche disguido, quei posti non erano più disponibili! Quindi posti standard per noi, dove io ci stavo a malapena e lui non ci stava per niente… ricordo benissimo la sua faccia durante il volo, la faccia della sofferenza ahah (ora rido, ma allora non ho riso molto anche perché mi è stato buttato addosso praticamente tutto il tempo!). Ragazzi un volo così lungo non lo avevo mai fatto (per il Madagascar sono state una decina di ore, per New York otto), per fortuna abbiamo viaggiato di notte, ma tra la gente che parlava, le hostess che giravano freneticamente e Alberto che soffriva al mio fianco, non ho dormito quasi niente! Mi sono consolata sparandomi un paio di film (tutti o in inglese o in spagnolo, per fortuna capisco entrambe le lingue sennò sarebbe stato problematico), mangiando qualcosa del cibo offerto dalla compagnia aerea e contando le ore che mi separavano dai Caraibi!

Una volta atterrati a Città del Messico, letteralmente distrutti dai due voli, dalle attese, dalla scomodità (ormai erano più di 24h che eravamo in giro), ci mancava ancora il terzo volo, quello per Cancun. Li era l’alba, per il mio fisico probabilmente ora di andare a letto ahah! Stavolta non avremmo preso un volo Iberia, ma Interjet, una compagnia “low cost” messicana, dove low cost lo metto tra virgolette perché questo volo di appena tre ore è costato quasi quanto quello di 12 da Madrid (che effettivamente era molto economico, ma confrontando le distanze trovo assurdo che i prezzi quasi si equivalessero). L’aereo in questione era davvero vecchio stile, non tanto quanto quelli per i voli interni in Madagascar, ma ci si avvicinava parecchio. Ma diciamoci la verità, nelle nostre condizioni di stanchezza assoluta, ci avrebbero anche potuto imbarcare su un asino che non ce ne saremmo accorti! Dopo tre ore di volo, che a confronto con le 12 precedenti ci sono sembrate passare in un lampo, abbiamo iniziato a vedere i Caraibi, le Bahamas e una serie di spettacoli della natura davvero unici al mondo! Certe emozioni solo vivendole puoi capirle, eravamo stanchi ma davvero felicissimi di quello che ci aspettava: Mar dei Caraibi, spiagge bianche, cocktail in riva al tramonto e relax assoluto.

Ma attenzione, perché anche se l’ultimo volo era con destinazione Cancun, questa non era la nostra meta finale. Cancun purtroppo è la zona “meno messicana” che ci sia sulla costa, piena di turisti americani, mega strutture, il mare a tratti è davvero pessimo, in generale non merita un viaggio di questa portata. La nostra meta finale era la paradisiaca Tulum, una città dello stato messicano di Quintana Roo. È situata sulla costa caraibica all’estremo sud della cosiddetta “Riviera maya” e si trova a 2 km dalle rovine archeologiche della città maya di Tulum, da cui riceve il nome.

Ma non corriamo, anche il percorso Cancun-Tulum vale la pena di essere raccontato. Scendiamo dall’aereo e veniamo investiti da un vento freddo dentro al terminal… io li ho iniziato a preoccuparmi, era ottobre ma sapevamo che avremmo trovato caldissimo, lo scopo della vacanza era fare vita da mare! Molti di voi avranno già capito cosa stava succedendo, ma ragazzi ricordatevi in che condizioni eravamo ahah… ebbene si, si trattava banalmente di aria condizionata! Scampato il pericolo di una crisi di nervi, andiamo a ritirare i bagagli (che miracolosamente non erano andati perduti, io già immaginavo la mia valigia in Cina), e usciamo dal terminal per raggiungere l’autista che avevamo precedentemente prenotato per farci accompagnare nel resort di Tulum dove avremmo alloggiato per la settimana seguente. Affrontiamo così due orette di macchina, durante le quali nel tragitto veniamo già investiti dalle bellezze che il Messico offre: vegetazione floridissima, animali lungo la strada nei campi, villaggi (ma anche inquietanti cartelli stradali che indicavano “pericolo attraversamento giaguari”). Arriviamo così FINALMENTE a destinazione, dopo qualcosa come 36 ore di sballottamento da un continente all’altro… e vediamo per la prima volta insieme il paradiso che tutti chiamano CARAIBI.

Il nostro resort si trovava sulla spiaggia, piccolo e lussuoso, la nostra stanza affacciava sull’oceano, tutto era semplicemente perfetto. La giornata era appena iniziata (era ancora mattina), quindi non abbiamo perso tempo e dopo una bella doccia e il drink di benvenuto, ci siamo stesi al sole ad ammirare lo stupendo mare cristallino che ci circondava.
Li ho capito che tutte le “fatiche” che avevamo affrontato per arrivare, erano state ripagate.

Clicca QUI per leggere la pagina di diario successiva!