TRAVELCHIPS A NEW YORK: Diario di Viaggio – DAY 4, hanno provato a truffarci!!!

Quarto giorno nella Grande Mela, come sempre a colazione da Dunkin’ Donuts. Ma se di solito con un paio di ciambelle e un caffellatte ci sfamavamo, io non so cosa ci è preso quel giorno ma lo abbiamo letteralmente svaligiato! Tra ciambelle extra, panini, frutta… penso che abbiamo assunto le calorie di tre giorni in un’unica soluzione ahah.

Finita l’abbuffata, ci siamo diretti verso sua maestà l’Empire State Building. Anche se per noi era la terza volta a New York, per nessun motivo al mondo avremmo rinunciato a questa visita. E’ come tornare a salutare un vecchio amico, che ti è mancato tanto durante l’anno e che non vedi l’ora di incontrare e abbracciare. Entrare nella hall, così elegante e nella quale si respira un’aria di un’altra epoca, salire ai piani superiori… è tutto così emozionante, così intimo.

I biglietti per salire al piano 86 del grattacielo purtroppo sono tutt’altro che economici, in quanto insieme abbiamo speso ben 78 dollari! Ma che ci volete fare, è forse il palazzo più famoso del mondo e uno dei simboli più importanti di Manhattan, non si può rinunciare a questa esperienza (anche se è la terza volta che la si fa ahah). Altra pecca, non erano disponibili i biglietti “day and night”, con i quali si può effettuare un secondo ingresso serale. Una volta saliti, che colpo! Eravamo completamente immersi in una nuvola, la visuale era pari a zero!

L’abbiamo però buttata sul ridere, dicendo che ci sentivamo a casa (viviamo nelle zone più nebbiose d’Italia ahah), e abbiamo deciso di aspettare che la nuvola si spostasse. Per fortuna non c’era per niente freddo, quindi l’attesa non è stata spiacevole. Una volta che la visuale è diventata più limpida, CHE SPETTACOLO! Dalla terrazza dell’ottantaseiesimo piano del grattacielo è possibile osservare un panorama a 360 gradi sulla città e, in giornate particolarmente limpide (ahimè non era questo il caso), è possibile vedere i territori dei quattro stati confinanti: Massachusetts, Connecticut, New Jersey e Pennsylvania.

Una volta scesi, ci siamo diretti verso Lower Manhattan, per visitare un altro dei monumenti simbolo di New York: la Statua della Libertà <3

Ma prima, tappa pranzo da Whole Food Market a Tribeca, supermercato nel quale è possibile consumare al piano superiore il cibo appena comprato, una sorta di servizio di takeaway di cibo preparato nelle loro cucine (dopo la colazione di quella mattina, dovevamo mangiare qualcosa di salutare quindi riso, pollo ed insalata a gogo ahah).

Finito il pranzetto ci siamo concessi una passeggiata lungo il fiume Hudson, la giornata si era aperta, un cielo limpidissimo e un sole caldo ci hanno quindi accompagnati lungo questo percorso così rilassante e romantico <3

Arrivati a Liberty Park dove si prende il traghetto per visitare Liberty Island e la Statua della Libertà, abbiamo scoperto che per puro caso (e pura fortuna), eravamo arrivati giusto in tempo per prendere l’ultimo trasporto della giornata (che in inverno parte alle 15.30). Per intenderci, le persone dopo di noi in fila sono state mandate via perché era troppo tardi! Solita fortuna della Milone, direbbe Bergo ahah. I biglietti per la visita semplice (quindi senza possibilità di salire sulla corona della Statua) sono costati complessivamente 27 dollari. Tornare qui, mi da sempre l’impressione di trovarmi di fronte ad una celebrità, un vip che ho visto mille volte in tv e che ora è davanti ai miei occhi. E’ una sensazione strana, che solo questo monumento mi trasmette, ma che ogni volta si ripete. Passeggiare su quest’isola è una cosa che adoro, anche perché offre una vista dello skyline di Manhattan davvero mozzafiato, soprattutto al tramonto <3

Finita la visita non ci siamo fermati a Ellis Island (punto d’ingresso per gli immigranti che sbarcavano negli Stati Uniti che attualmente è stata adibita a museo), la cui visita è inclusa nel prezzo del biglietto, perché sarebbe stata la terza volta che l’avremmo visitata, e onestamente penso che già una fosse abbastanza.

Ormai il sole era calato, non eravamo tanto distanti dalla piattaforma panoramica di Brooklyn, quindi non ci siamo fatti sfuggire l’occasione di ammirare lo spettacolo dello skyline di Manhattan di notte. E così, eccoci di nuovo in un film! Di sera, con il buio, questa meraviglia è ancora più scenografica!

Finito di ammirare ( e fotografare) i grattacieli illuminati, per tornare verso Times Square abbiamo deciso di prendere un taxi… NON LO AVESSIMO MAI FATTO! In quel momento ci trovavamo sotto al Brooklyn Bridge, fermiamo un taxi e gli diciamo di portarci al Rockefeller Center. Invece di prendere il ponte sopraccitato, inizia a fare un giro assurdo, a parlarci in un inglese misto indiano incomprensibile, a chiederci se era la prima volta che visitavamo New York ecc… Noi non riuscivamo quasi a capire cosa dicesse dato l’accento terribile, quindi dobbiamo avergli dato l’impressione di non parlare e capire l’inglese… Ovviamente, non appena (finalmente) siamo passati da Brooklyn a Manhattan, ci siamo immediatamente fatti mettere giù, così da contenere il danno e le spese. Già qui eravamo parecchio arrabbiati, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato quando, oltre al prezzo segnato dal tassametro, voleva 20 dollari extra per pagare il pedaggio del sottopassaggio appena attraversato. Peccato che il tassametro già segnasse tale pedaggio, per un prezzo di 5,76 dollari, compresi nel prezzo finale totale. Non appena Bergo mi ha guardata e ha capito di avere il mio benestare, è partito come un missile a contestare (piuttosto animatamente) le pretese del tassista, il quale non si aspettava che parlassimo inglese e che fossimo così determinati! Hanno iniziato così a discutere, ma il punto fine a tutto questo l’ho messo io fotografando l’ID del taxi, dicendo che avremmo esposto denuncia alla compagnia dei taxi di New York. Improvvisamente i toni del “simpatico” tassista sono cambiati, ed è diventato tutto d’un tratto gentile e accondiscendente. Insomma ragazzi, vi racconto questa disavventura perché voglio mettervi in guardia da possibili truffe che potreste incontrare (non solo qui, ovunque succedono queste cose), quindi fatevi valere sempre come abbiamo fatto noi!

Una volta arrivati (in metro) in centro a Manhattan, abbiamo cenato nel nostro ristorante di fiducia Sapporo e siamo andati ad ammirare il bellissimo albero di Natale del Rockefeller Center, che di sera è ancora più suggestivo rispetto al giorno. Tra luci e canzoni di Natale, eccoci per l’ennesima volta in un film <3